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Nel "De anima" Aristotele lega la psiche al sostrato corporeo. La mente è davvero "in qualche modo tutte le cose" poiché è "forma di un corpo naturale che possiede in potenza la vita", è l'insieme unitario di percezioni, riflessioni, pensieri in atto, ricordi e attese nelle quali pulsa il corpo vivente. Questa prospettiva sembra aver già affrontato e oltrepassato sia ogni forma di dualismo sia i riduzionismi di varia natura. Il contributo di Aristotele alle scienze contemporanee della mente appare quindi in tutta la sua attualità. Un contributo che la traduzione di Giovanna R. Giardina sa valorizzare pienamente offrendoci la possibilità di cogliere una "fisica dell'anima e delle sue facoltà sensoriali", l'unità psicosomatica che è l'umano. (Alberto G. Biuso)